Posizione dei piedi sulla linea di tiro

Il primo controllo che l’arciere deve fare è quello del corretto posizionamento dei piedi sulla linea di tiro.

Ma qual’è il corretto posizionamento?

Fondamentalmente ci sono due modi in cui possono essere posizionati i piedi: piedi paralleli o piedi divaricati e per ognuna dei due modi possiamo ulteriormente suddividere in posizione aperta e posizione chiusa.

Vediamo queste posizioni: la differenza tra posizione parallela e posizione divaricata è facilmente intuibile, ma vediamo i vantaggi, se ci sono, di una posizione rispetto all’altra. Diciamo subito che la posizione preferibile, perché più stabile, è la posizione a piedi paralleli, infatti se unite con una linea i talloni e con un’altra linea le punte dei piedi, vedrete che la distanza tra le linee è maggiore nella posizione con i piedi paralleli, quindi si ottiene una base maggiore, maggior appoggio, maggior stabilità. Un altro vantaggio della posizione a piedi paralleli è quello che in questo modo le ginocchia si bloccano aumentando la stabilità sulle gambe, ma non tutti i soggetti sono uguali, quindi, nel caso in cui il perfetto parallelismo portasse un indolenzimento dell’articolazione, è ammesso un piccolo spostamento del piede davanti alla linea di tiro, perché il perfetto parallelismo dei piedi è una posizione innaturale per le ginocchia.

Vediamo di parlare ora della posizione aperta e della posizione chiusa, premettendo che, in entrambe le posizioni, il piede dietro la linea di tiro deve sempre essere parallelo alla linea stessa, mentre il piede davanti può assumere principalmente due posizioni: quella chiusa in cui la linea immaginaria che unisca i talloni è perpendicolare alla linea di tiro e il suo proseguimento combacia con il bersaglio, e quella aperta, in cui, invece, la linea immaginaria che unisce i talloni prosegue verso la sinistra del bersaglio (per un arciere destro).

La posizione aperta è consigliabile per alcuni arcieri di costituzione “robusta”, e prevede che comunque il bacino non effettui rotazioni di alcun tipo, pena la perdita di stabilità. La rotazione del bacino toglierebbe qualunque significato alla posizione aperta, rendendola assolutamente inutile, anzi dannosa, mentre la rotazione della colonna vertebrale, necessaria all’allineamento delle spalle verso il bersaglio, aggiunge stabilità.

La posizione che io preferisco è quella chiusa, perché più facile da eseguire e, di conseguenza, più facilmente eseguibile, posiziona da subito le spalle nella direzione del bersaglio, e non richiede rotazioni del tronco.

La mia preferenza è però in contrasto con testi autorevolissimi, infatti, nel libro Total Archery,  KiSik Lee dice che i migliori arcieri del mondo usano la posizione aperta, per cui suggerisce di usarla come posizione preferita.

Lo stesso suggerimento viene dato da Vittorio Frangilli nel libro L’arciere eretico.

Il mio suggerimento, ovvio e banale, è quello di imparare con la posizione chiusa, più facile, ed in seguito, una volta assimilati i fondamentali ed ottenuti buoni risultati agonistici, sperimentare anche la posizione aperta, e scegliere quella che vi permette una maggior stabilità anche in condizioni ventose ed un miglior raggruppamento.

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