Premessa.
Al momento del rilascio la freccia può oscillare verticalmente oppure orizzontalmente (o con una sommatoria dei due movimenti). La regolazione del tiller e del punto di incocco servono a far si che la freccia non oscilli sul piano verticale. In effetti anche la forza di gravità ha il suo peso 🙂 e lo stesso la presa sulla corda (un dito sopra e due sotto, tre sotto, due sotto, una sopra e una sotto…) ed anche il FOC.
Perchè.
Il punto geometricamente mediano dell’arco è il punto di pivot (punto di pressione), mentre la presa della corda è più alta; consideriamo anche che il punto di spinta sulla grip è solitamente più basso del punto di pivot; per questo motivo, a parità di spinta dei flettenti, l’arco tende a scalciare dal basso verso l’alto.
Il rest è un paio di pollici più alto del punto mediano, e quindi anche la presa sulla corda; per compensare questa situazione asimmetrica, si regola il flettente inferiore in modo che sia un po’ più carico di quello superiore (spinge di più).
Per l’arco nudo che utilizza la tecnica dello string walking, può succedere che, specialmente per le distanze corte, la presa della corda sia molto sotto il punto di incocco e sotto anche al punto di pivot: in questo caso il flettente che lavora di meno sarà quello superiore, e sarà possibile avere un tiller negativo, soprattutto per archi di una certa potenza settati per corte distante, es. 18 metri.
Definizioni.
Si definisce tiller a riposo, o tiller statico, la differenza di misurazione della distanza arco-corda nel punto di inserzione dei flettenti superiore ed inferiore. Tiller positivo significa che la distanza dalla corda misurata sul flettente inferiore sarà minore di quella misurata sul flettente superiore, viceversa, se sarà minore la distanza misurata tra corda e flettente superiore, si parlerà di tiller negativo (non infrequente nell’arco nudo).
Si definisce tiller naturale la distanza arco-corda, misurata come sopra, quando i flettenti sono precaricati con uguale numero di giri della vita di precarica,
Regolazione.
Anzitutto controlliamo se i nostri flettenti hanno un tiller naturale (di solto positivo): per fare questo mettiamo i vitoni di regolazione del libbraggiocnella stessa identica posizione e controlliamo il tiller. Se è positivo e tiriamo OL possiamo passare oltre, ma se tiriamo AN e vogliamo un tiller negativo (abbastanza usuale) dovremo invertire i flettenti.
Togliamo la stabilizzazione ed iniziamo mettendo il tiller a zero, cioè portiamo la distanza arco-corda, misurata nel punto di inserzione del flettente, ad essere a uguale per il flettente inferiore e per quello superiore. Per aumentare il tiller positivo si deve avvitare la vite di precarica inferiore e/o svitare quella superiore.
Nel fare questa prova è indispensabile che il punto di pressione sulla grip sia costante e ripetitivo.
Apriamo lentamente l’arco, posizionando da subito la diottra sul giallo a 20 metri; controlliamo che, continuando la trazione, il mirino non tenda a spostarsi verticalmente. Se la tendenza è ad alzarsi, significa che il flettente superiore sta lavorando più di quello inferiore, e quindi si scarica il flettente superiore di poco alla volta (o si carica il flettente inferiore) fino ad eliminare la tendenza e viceversa.
A questo punto la spinta dei dei flettenti dovrebbe essere pari.
In linea di massima, la misura sul flettente superiore sarà tra 1/8″ ed ¼” maggiore di quella inferiore.
Alla fine della regolazione del tiller dobbiamo regolare il punto di incocco, che regola il tiller dinamico.
Anche il peso della stabilizzazione influenza il tiller dinamico.
Altro sistema di regolazione.
Mettete il punto di incocco inferiore a ⅛ sopra lo zero della squadretta.
Mettete il tiller a zero.
Ponetevi a due metri dal paglione a fatevi aiutare per tenere la stabilizzazione parallela al terreno,
Tirate frecce spennate e controllate che si piantino parallele al terreno, se così non fosse, regolate il tiller fino ad avere la freccia parallela.
Nota.
Per essere sicuri di fare una misurazione corretta e repetibile nel tempo, consiglio di mettere la squadretta sulla corda, anziché sull’arco, in modo da avere una sicura perpendicolarità alla corda.
Messa a punto per i migliori risultati
Ora procediamo alla messa a punto del tiller per avere un arco che non amplifichi gli errori di esecuzione, alcuni parlano di “arco che perdona”, ma nessun arco perdona gli errori.
Prima di tutto ricordiamo di prendere nota di tutte le modifiche che andremo a fare, per poter, eventualmente, tornare indietro.
Quello che bisogna fare adesso è vedere cosa succede alle frecce mirate bene, ma tirate male. Non prendiamo in considerazione le frecce che non sono state ben mirate. Se abbiamo ancora bisogno di piccole regolazioni del tiller, le frecce mirate bene e tirate male tenderanno ad andare costantemente alte o basse, ed è questo che cercheremo di migliorare.
Se i tiri eseguiti male tenderanno ad essere raggruppati in basso, dobbiamo ridurre il peso sul flettente inferiore o aumentare il perso su quello superiore, ma cerchiamo di agire sempre su un solo flettente con regolazioni molto fini. Se i tiri si raggruppano in alto, aumentiamo il peso sul flettente inferiore o lo diminuiamo su quello superiore.
Questo processo di regolazione non si può esaurire in due o tre volée e non bisogna fare regolazioni superiori a +/- ¼ di giro rispetto all’impostazione iniziale.
Questa procedura funziona bene anche a distanze brevi, quindi si può fare anche a 18 metri.
Per l’arco nudo, nella stagione indoor, si utilizzerà lo string dei 18 metri, e si potrà tirare a 18 metri, mentre, per il tiro di campagna la regolazione andrà fatta su una distanza media, con lo string di quella distanza: chiaramente si arriverà ad un compromesso, perché, variando la posizione della mano sulla corda, varierà la geometria dell’arco.